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L’architettura organica prevede l’armonia tra uomo e natura, usando elementi artificiali in combinazione con quelli naturali. Sebbene sia una branca dell’architettura moderna, quella organica si oppone al concetto di costruzione che prevale sugli elementi naturali, come magari può essere quella delle città. Ed effettivamente, la maggior parte delle opere di architettura organica si trovano in luoghi dove la natura è predominante.
L’architettura organica è abbastanza “recente”, infatti si attribuisce la sua “invenzione” all’architetto statunitense Frank Lloyd Wright che nel 1939 esprime la sua idea. Secondo Wright l’architettura non deve semplicemente ricercare l’estetica, ma creare armonia tra uomo e natura, costruendo un nuovo sistema di equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale.
Una delle opere più famose di Frank Lloyd Wright è la Casa sulla casata, conosciuta anche come Fallingwater o Casa Kaufmann, situata nei pressi di Pittsburgh negli Stati Uniti. Commissionata dalla ricca famiglia dei Kaufmann, la famosa casa fu costruita su una vecchia cabina nelle campagne nei dintorni di PIttsbourgh. Wright propose a Edgar Kaufmann Jr. di costruire la casa sopra la cascata, creando uno dei primi esempi di architettura organica.
Il progetto ovviamente non fu semplice, in quanto la casa doveva avere dimensioni ben più grandi di una semplice cabina, con l’ambiente esterno e la cascata visti come parte integrante dell’abitazione. Furono infatti implementate più stanze degli ospiti, per permettere ai Kaufmann di accogliere i loro amici e parenti. Anche il lavoro non fu proprio fluido, a causa dei continui scontri tra Kaufmann e Wright. Ad ogni modo, una volta completata, la Casa sulla cascata fu inaugurata e divenne un simbolo dell’architettura organica, ancora oggi ritenuto assolutamente spettacolare.
L’architettura organica si basa su diversi punti stabiliti da Wright, per poter raggiungere l’equilibrio tra ambiente naturale e costruito. I punti più importanti sono i seguenti:
Negli ultimi tempi si parla molto di cambiamento climatico, ma le soluzioni per poterlo contrastare non risultano concrete. Un altro esempio sono le Prairie Houses, sempre concepite da Frank Lloyd Wright e che univano il tipico stile orizzontale delle case americane, con ambienti aperti tipici delle estese praterie americane.
L’unione tra città e natura è possibile, ma al momento si tratta solo di progetti architettonici riservati ovviamente a pochi eletti che possono permettersi di pagare l’affitto (o di comprare) un appartamento al loro interno. In generale nelle città si continua a costruire, cercando ovviamente di ridurre i consumi, ma lasciando comunque poco spazio alle aree naturali.
Un futuro dove la natura diventa parte integrante della nostra vita sembra difficile da raggiungere, specialmente nei luoghi molto popolati. Non è un caso quindi che uno dei maggiori esponenti dell’architettura organica sia il finlandese Alvar Aalto che insieme a Bruce Goff ha posto i canoni del progetto organico. D’altronde la Finlandia, con la sua natura sconfinata e una popolazione inferiore rispetto ad altri paesi europei è uno dei terreni migliori dove unire l’uomo con la natura e l’architettura.
Come abbiamo visto però, l’architettura organica ha dei costi abbastanza alti, proprio perché fondere elementi naturali con quelli umani non è assolutamente facile. I progetti vengono proposti da persone facoltose, quindi si tratta ancora di un tipo di architettura difficile da applicare per ridurre l’impatto ambientale, in quanto la maggior parte delle persone sulla faccia della terra non possono certo permettersi di pagare simili progetti.
Come abbiamo visto, l’architettura organica trasforma lo spazio architettonico in una forma umana ed abitabile, eliminando alcune componenti invasive. L’architettura organica viene usata per costruire abitazioni, così come altri edifici e strutture. Per specializzarsi in architettura organica è possibile frequentare dei Master di architettura dopo una laurea triennale o magistrale.
In Italia l’architettura organica è arrivata nel secondo dopoguerra grazie a Bruno Zevi, fondatore dell’Associazione per l’Architettura Organica a Roma come Luigi Piccinato, Mario Ridolfi e Pier Luigi Nervi. In generale però, in Italia l’archiettura organica non ha preso piede, in quanto molte città non solo hanno periferie molto popolate, ma anche centri storici con palazzi antichi, dove è difficile trovare spazio per costruire nuove strutture.
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