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Nella società moderna si è soliti esprimere le proprie valutazioni in voti. Questo accade in diversi ambiti, ad esempio la critica professionale tende a dare un voto a un prodotto che può essere un album di una band, un film o magari un ristorante.
Sebbene il voto sia un metodo facile e intuitivo per indicare il “valore” di un prodotto, spesso questo si rivela estremamente riduttivo. Quando applicato agli esseri umani, il voto diventa addirittura controproducente.
Per questo dall’anno scolastico 2020-2021, il sistema di valutazione nella scuola primaria è passato dai voti al giudizio descrittivo. Si tratta di un passo avanti molto importante per le istituzioni scolastiche e che potrebbe in seguito venire portato anche nei licei e nelle università. Ovviamente, per gli insegnanti il Ministero dell’Istruzione ha fornito delle linee guida su come valutare gli alunni in base a diversi obiettivi misurabili con riferimento ad apprendimenti osservabili.
L’elaborazione dei giudizi descrittivi si basa anche su 4 diversi livelli di apprendimento previsti dalle indicazioni nazionali che presentano le relative descrizioni e vanno usati per certificare le competenze degli alunni in ciascuna disciplina. I livelli sono i seguenti:
Prendiamo ad esempio una materia come la matematica. Nel documento di valutazione il giudizio descrittivo si dividerà in Obiettivi e Livello Raggiunto. Un alunno può raggiungere il livello Avanzato, Intermedio o Base nel riconoscere e descrivere le figure geometriche, così come nella risoluzione dei problemi. Il livello viene posto vicino agli obiettivi.
Il processo di valutazione da parte degli insegnanti prevede colloqui individuali con l’alunno, l’osservazione e l’analisi delle interazioni verbali, le verifiche scritte e altro. L’insegnante quindi raccoglie tutte le informazioni sul processo di apprendimento e decide a quale livello è arrivato l’alunno.
I giudizi descrittivi nella valutazione periodica e finale degli apprendimenti si rivelano più stimolanti rispetto ai semplici voti, in quanto consentono agli insegnanti di lavorare al fine di portare tutti gli alunni al livello più alto possibile.
I giudizi descrittivi vengono adottati per venire incontro ai bisogni educativi degli alunni. Il voto numerale o il giudizio categorico (ottimo, buono, etc.) risulta poco produttivo, sia per gli alunni, sia per gli insegnanti. Da una parte il sistema di voti “divide” gli alunni, dall’altra parte non permette agli insegnanti di capire uqali sono i bisogni concreti di un alunno per poter raggiungere un buon livello in una materia.
Allo stesso modo, consente di capire meglio quali sono le potenzialità di ogni singolo alunno. Un individuo può raggiungere delle conoscenze base in una materia, ma avanzate in un’altra. Nel mondo moderno, dove è ormai chiaro che ogni individuo è diverso e ha delle aree dove può sviluppare il suo talento, si dovrebbe cercare di indirizzare al meglio i giovani studenti. Si tratta anche di un metodo più inclusivo per gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento che aiuta a capire come intervenire e quali strumenti usare.
Ovviamente, i giudizi descrittivi dovrebbero estendersi anche oltre alla scuola. Pensiamo ad esempio a quanto le persone valutino prodotti in base a dei voti, senza neanche curarsi di leggere la descrizione. Certo, il voto permette un giudizio veloce di qualsiasi cosa, ma non lascia molto spazio alle argomentazioni. In un mondo veloce come il nostro, ci sono diverse persone che non leggono più una recensione, ma vanno dirette a fondo pagina a vedere il voto.
Questo si trasporta facilmente alle persone, d’altronde alle scuole superiori e alle università, il sistema di voto numerico è ancora indice della bravura di un individuo. Cosa succederebbe invece, se ai voti si sostituisse un sistema di descrizioni che aiutino a capire in quale modo il suddetto individuo è riuscito ad ottenere dei buoni risultati?
Chiaramente, i giudizi descrittivi stridono con la velocità della società moderna, ma sono un passaggio necessario forse per calare la marcia e cercare di dare un valore ai giudizi.
Diventare insegnanti per la scuola primaria occorre un Diploma di Istituto Magistrale di 4 anni o un Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico. Sono validi anche il Diploma Magistrale sperimentale a indirizzo Linguistico, o il Diploma di Scuola Magistrale.
Allo stesso modo, si può diventare insegnanti con una Laurea in Scienze della formazione Primaria triennale o Magistrale. Occorre inoltre, partecipare al concorso ordinario per la scuola di infanzia e primaria, oltre a iscriversi alle graduatorie di istituto.
Gli insegnanti inoltre, possono specializzarsi con un Master o seguire dei corsi di aggiornamento per poter adottare questo sistema al meglio.
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