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Tutti possono pilotare un drone giocattolo, ma per poter usare quelli di grandi dimensioni, occorre diventare un pilota di droni. Ma cosa fa un pilota di droni? Il pilota di droni è un professionista specializzato che può controllare droni di peso elevato, in ambito militare o civile.
Ovviamente, la parola drone fa venire subito in mente i modellini comandati a distanza, usati da molte persone per catturare immagini panoramiche tramite fotografie e video. In realtà, in ambito civile, i droni sono utilizzati per diversi scopi.
Ad esempio, in architettura vengono impiegati droni per l’aerofotogrammetria, mentre nei parchi naturali si utilizzano i droni per osservare e monitorare gli animali selvatici. Ovviamente, vengono usati anche per riprese aeree professionali e amatoriali.
La parola drone, in realtà viene usata per definire degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR), conosciuti anche con altri acronimi, come ad esempio UAV (Unmanned Aerial Vehicle). I droni nascono in ambito militare, con l’obiettivo di creare dei veicoli non pilotati per l’attacco e la difesa del territorio, eliminando qualsiasi rischio per il pilota APR.
In Italia, l’utilizzo di droni in ambito civile viene regolamentato dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile). Sul mercato, ci sono diversi droni acquistabili e pilotabili senza licenza, ma questi vengono catalogati come “giocattoli” e non come mezzi aerei.
I droni giocattoli, hanno un peso inferiore a 250 grammi, hanno una batteria che dura dai 20 ai 30 minuti e devono volare ad una distanza ravvicinata dal controller.
Per i modelli di peso superiore ai 250 grammi è necessario prendere il patentino per diventare un pilota di droni. I droni di questa categoria, vengono utilizzati prevalentemente in ambito professionale. Ad esempio, chi lavora nel campo della fotografia, potrebbe voler prendere il patentino per diventare pilota di droni, in modo da poter pilotare un modello e fare fotografie dall’alto. Allo stesso modo, i droni vengono usati anche in ambito sportivo, per fare riprese dall’alto in zone aperte, come può essere un campo da calcio.
Quindi, per poter pilotare droni veri e propri, occorre ottenere il patentino di base, seguendo un corso e sostenendo un esame online, tenuti entrambi dall’ENAC. È possibile accedere al corso tramite un documento di identità digitale.
Oltre al corso base, fino a qualche anno fa era necessario ottenere il patentino CRO. Infatti, il corso per il pilota di base copre solo la parte teorica, infatti per le lezioni pratiche e approfondimenti tecnici sul volo, gli aspiranti piloti puntavano al patentino CRO. Per poter accedere all’esame finale del CRO, erano necessarie un tot di ore di volo minimo.
Recentemente, l’esame CRO è stato sostituito dal patentino A2 che fa parte degli attestati A1-A3 riconosciuti dall’ENAC. Questi attestati sono necessari per poter operare un drone a livello professionale. L’attestato A2 consente di volare a 120 metri di altitudine e ad un massimo di 50 metri da persone non informate, con droni fino a 2kg. Se da una parte il patentino base è più facile da ottenere e ha dei costi ridotti, il A2 è un esame consigliato a tutti i piloti di droni, in quanto conferisce una maggiore possibilità di trovare lavoro in ambito civile. Per la pratica di volo, i piloti possono seguire imparare tramite manuali e tutorial, sebbene per l’uso di droni pesanti è sempre meglio prendere delle lezioni, in modo da approfondire la parte pratica.
Dopo aver ottenuto il patentino A2 è possibile seguire un corso di specializzazione o un Master per proporsi come piloti nei settori civili della fotogrammetria, fotografia aerea, video making o per operare in aeree protette.
Oltre al patentino, un pilota di droni deve tenere a mente diverse regole imposte dalla normativa aeronautica, specialmente per l’utilizzo del veicolo in alcune situazioni. Ad esempio, per motivi di sicurezza, non sarà possibile far volare un drone vicino ad un aeroporto, in quanto potrebbe intralciare le operazioni di decollo e di atterraggio degli aerei.
In generale inoltre, a meno che non si disponga di particolari permessi, non è possibile far volare un drone su zone dove c’è una grande concentrazione di persone, in modo da evitare spiacevoli incidenti. Con i suddetti attestati A1-A3, il pilota deve avere sempre il drone a vista (VLOS), inoltre occorre registrare il proprio drone ed essere assicurati.
In linea di massima, piloti di droni professionisti e amatoriali, si muniscono di un’assicurazione, sia per coprire gli eventuali danni arrecati al drone, sia per evitare sanzioni salate. Bisogna tenere a mente che pilotare un drone senza patentino, viene ritenuto un renato penale.
Anche i piloti con patentino possono rischiare se non rispettano le regole, specialmente se causano danni a cose o persone e non sono assicurati. In questo caso l’ENAC avvierà un procedimento penale e revocherà il patentino al pilota.
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