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La terapia del dolore o terapia antalgica consiste nel riconoscere e trattare qualsiasi forma di dolore di tipo cronico, in modo da poter migliorare la qualità della vita del paziente. La medicina del dolore si basa su diversi classe di farmaci che possono variare in base all’origine, alla natura e all’intensità del dolore. Oltre a quella farmacologica, troviamo la terapia fisica e riabilitativa, quella interventistica e quella psicologica.
Prima di tutto, occorre stabilire la sintomatologia dolorosa del paziente, per capire da cosa deriva. In generale, si definisce il dolore come un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, dividendolo in tre tipi diversi: cronico, acuto e da procedura
Quello cronico persiste nel tempo e può risultare debilitante per il paziente, al punto da interferire con la sua vita quotidiana. Il dolore cronico può causare danni sociali ed economici ai pazienti, in quanto possono ritrovarsi impossibilitati a svolgere attività lavorative, hobby o magari anche solo una semplice passeggiata all’aperto.
I dolori di tipo cronico vengono attribuiti a tumori, a neuropatologie o a patologie degenerative di vario tipo. In alcuni casi infatti, la medicina del dolore si configura in cure palliative per alleviare la sofferenza di un paziente, anche quando nella fase terminale di un tumore, per il quale ormai non c’è più niente da fare.
Si tratta quindi di un argomento molto sensibile in campo medico, in quanto coinvolge anche la sfera emotiva di un paziente e della sua famiglia. Ci sono operatori sanitari specializzati con master in cure palliative e terapie del dolore.
La terapia farmacologica è la terapia più comune, in quanto ci sono diverse tipologie di farmaci che si possono somministrare al paziente, in modo da cercare di alleviare il dolore. Tra questi troviamo gli analgesici, gli anticonvulsivanti e gli antidepressivi. Ai farmaci analgesici si aggiungono spesso i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) che vengono usati solo quando il dolore è di grado lieve o moderato.
Gli analgesici oppioidi invece si somministrano quando il dolore è moderato o grave. Chiaramente, questa terapia basata sui farmaci può avere degli effetti collaterali causati dagli stessi, ma si rivela comunque indispensabile per il dolore cronico.
Per la terapia del dolore sono previsti in alcuni casi anche i farmaci cannabinoidi. L’uso terapeutico della marijuana viene strettamente regolamentata e solitamente si ricorre a questo metodo solo quando altri farmaci si sono rivelati inefficaci, o magari non riescono più a tenere sotto controllo il dolore cronico del paziente.
Per quanto riguarda gli antidepressivi, questi possono essere impiegati nella terapia del dolore, quando questo è neuropatico. Allo stesso modo, per i dolori neuropatici si possono usare gli anticonvulsivanti.
Passando alla terapia fisica, questa può essere fatta in combinazione con quella farmacologica, in modo da permettere al paziente di alleviare il dolore anche attraverso degli esercizi fisici o dei massaggi. Solitamente, gli esercizi più consigliati implicano l’allungamento e la mobilizzazione articolare, mentre in alcuni casi si ricorre anche ad esercizi per rafforzare la muscolatura. In generale, la terapia fisica si consiglia solo quando il dolore cronico interessa un arto o una parte del corpo in particolare.
Oltre alla terapia fisica, a quella farmacologica si associano spesso le terapie occupazionali e quelle cognitivo-comportamentali. Questo perché un paziente con un dolore cronico può avere grandi difficoltà a svolgere le attività quotidiane. La terapia occupazionale quindi può migliorare le capacità di un individuo, per permettergli di tornare ad una vita senza troppi impedimenti.
Nella terapia occupazionale si insegnano al paziente delle tecniche per gestire il dolore, oppure si può fare uso di dispositivi di assistenza. Lo smart working si è rivelata una buona soluzione per molte persone con dolori cronici, in quanto possono svolgere il proprio impiego senza doversi sforzare di uscire di casa. Gestire il dolore in un ambiente familiare come la propria abitazione è molto più semplice che farlo in un ufficio.
Dato che il dolore cronico può affliggere negativamente anche l’emotività di una persona, la terapia cognitivo-comportamentale si rivela fondamentale. Non è raro che un paziente con un dolore cronico cada in depressione, per questo uno psicologo può rivelarsi molto utile. Il pensiero positivo, la capacità di gestire del dolore attraverso diverse strategie, può portare anche a una riduzione dello stesso. D’altronde, la mente umana influisce tantissimo sul corpo, quindi un paziente che si fissa sul dolore non farà altro che farlo aumentare.
Va detto che le reazioni al dolore cronico e alle conseguenti terapie possono variare da individuo a individuo, per questo il medico o gli esperti del campo devono sempre considerare il carattere della persona, la patologia che ha scatenato il dolore cronico e la metodologia da seguire per alleviarlo.
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