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Quando si parla di autismo non è facile dare una definizione specifica, in quanto questa viene spesso modificata nel corso degli anni, con informazioni riportate nel manuale diagnostico e statistico dalla comunità scientifica, secondo gli studi condotti. Ed in effetti, quando si parla di autismo, bisogna tenere conto che ci sono diverse diagnosi, come ad esempio la sindrome di asperger o il disturbo pervasivo dello sviluppo.
L’autismo solitamente viene diagnosticato durante i primi anni di vita di un individuo o nella prima infanzia e si divide in tre livelli o gradi diversi a seconda della gravità dei sintomi. In generale, la diagnosi di disturbo dello spettro autistico, può essere classificata in base alle difficoltà di una persona di comunicazione e interazione sociale, così come a interessi limitati e comportamenti ripetitivi. La diagnosi di autismo viene svolta da un medico specializzato in neuropsichiatria, attraverso una valutazione attenta del livello di interferenza dell’autismo nel funzionamento comportamentale.
Il primo livello viene ritenuto il meno grave dei tre, in quanto presenta sintomi lievi e il minimo supporto per permettere all’individuo di svolgere le sue attività quotidiane.
Nella comunicazione sociale, l’individuo ha delle difficoltà ad avviare delle relazioni e spesso può dare delle risposte atipiche o avere comportamenti fallimentari che gli precludono l’apertura con gli altri.
L’individuo ha comunque la capacità di formulare frasi complete e può conversare normalmente, ma può avere dei problemi negli scambi, in quanto le sue risposte possono rivelarsi poco adatte. A questo si aggiunge la rigidità del comportamento che può rivelarsi un grande ostacolo nella costruzione di relazioni.
Al livello 1 sono associati anche difficoltà organizzative, interessi ristretti e problemi ad accettare nuove realtà, cambiamenti o eventi imprevisti.
Il livello moderato di autismo presenta sintomi di media gravità.
Solitamente, le persone che si qualificano in questo livello possono essere poco propense ad avviare conversazioni, presentando degli evidenti problemi sociali e nella comunicazione. Sebbene possano parlare con gli altri verbalmente, le conversazioni sono solitamente brevi e su un singolo argomento.
Il comportamento non verbale può presentare segni atipici, come l’abitudine a non guardare negli occhi l’interlocutore, oppure non esprimere emozioni attraverso le espressioni facciali.
Le persone classificate con il livello 2 di autismo hanno più difficoltà ad accettare i cambiamenti e presentano comportamenti inflessibili che li portano a compiere azioni ripetitive. Come per il livello 1, anche a livello 2 gli individui hanno interessi ristretti, ma hanno più bisogno di supporto rispetto a quelli del primo livello.
Le persone che soffrono di autismo severo presentano gravi mancanze nella comunicazione verbale e non verbale.
Le interazioni sociali si rivelano estremamente limitate, in quanto gli individui qualificati come livello 3 solitamente conoscono poche parole per esprimersi, quindi sono in grado di rispondere solo ad approcci sociali diretti.
Gli eventi improvvisi e i cambiamenti vengono affrontati con angoscia e frustrazione, inoltre l’autismo di livello 3 può portare a reazioni forti a input sensoriali. A livello comportamentali, gli individui possono ripetere gesti o comportamenti.
La gravità dell’autismo di livello 3 richiede un supporto continuo e sostanziale, oltre a strategie educative che possono aiutare l’individuo ad affrontare la vita di tutti i giorni.
Non trattandosi di una malattia, per l’autismo non esiste alcuna cura. Uno dei modi migliori per trattare l’autismo è tramite l’individuazione e la diagnosi precoce. Per questo i genitori devono tenere sotto stretta osservazione i propri figli, quando questi sembrano presentare alcuni dei sintomi di questa condizione.
In alcuni casi, sono gli insegnanti della scuola materna o dell’asilo a notare le prime difficoltà comportamentali e relazionali dei bambini. In questo caso devono ovviamente comunicarle immediatamente ai genitori in modo da permettere loro di agire tempestivamente, contattando un medico per la diagnosi.
Alcuni insegnanti specializzati in pedagogia terapeutica possono aiutare anche dopo la diagnosi, preparando delle terapie complementari che includono musica, arte o il contatto con animali. Le terapie principali restano quelle comportamentali e comunicative che aiutano i bambini con autismo a relazionarsi con le persone, così come a compiere gesti quotidiani.
Allo stesso modo, viene spesso adottata la logopedia per aiutare individui con difficoltà comunicative e la terapia sensoriale per diminuire le reazioni atipiche e lo stress quando si viene toccati o esposti a rumori particolari.
È anche possibile aiutare le persone con sintomi di autismo tramite dei farmaci che possono andare ad alleviare i problemi di attenzione, iperattività o ansia.
Ovviamente, bisogna anche accettare l’autismo, cercando di educare il prossimo ad alcune regole da rispettare quando interagiscono con una persona autistica. Questo perché, molte persone confondono l’autismo con la Sindrome di Savant, spesso rappresentata in film e serie TV.
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