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Quando si parla di pedagogia è importante distinguere i diversi metodi didattici utilizzati per la formazione dei bambini. I metodi in pedagogia si differenziano in base alle strategie e alle tecniche di insegnamento, ma sono tutti votati a rendere il processo di apprendimento facile e intuitivo per l’essere umano in diverse fasce di età.
L’approccio educativo più conosciuto al mondo è il Montessori, elaborato tra il XIX e il XX secolo da Maria Montessori. Questo metodo è adottato da più di 20.000 scuole e utilizzato dalle scuole primarie alle secondarie. Il metodo si basa su classi di età mista per favorire la socializzazione e la collaborazione tra gli allievi. Secondo il metodo Montessori, ogni bambino dev’essere libero di apprendere e di esprimersi senza la guida di un adulto.
In questo modo, ogni bambino può cominciare la scoperta di se stesso, in modo naturale e senza l’influenza dei genitori o degli educatori che intervengono solo quando notano comportamenti potenzialmente pericolosi per il piccolo. Inoltre, nelle scuole che usano il metodo Montessori, non si valutano gli allievi con i voti numerici, bensì si spinge all’autovalutazione e autocorrezione.
Il secondo metodo più usato è lo Steiner che non prevede regole ferree per l’apprendimento, bensì prova a stimolare i bambini in modo da sviluppare la creatività e l’espressività. Il metodo Steiner, come il Montessori, prevede attività di gruppo e socializzazione, al fine di introdurre i concetti di comunità e di rispetto reciproco.
Secondo il metodo Steiner, lo sviluppo dell’individuo va dagli 0 ai 21 anni, con diverse attività per fascia di età. Ad esempio, dai 0 ai 7 anni si prediligono attività di tipo fisico, mentre dai 7 ai 14 anni si cominciano ad introdurre le materie di studi che vengono approfondite fino ai 21 anni, età nella quale l’individuo è pronto a seguire il suo cammino nella vita.
Il terzo metodo è quello delle sorelle Agazzi, con strategie didattiche carattere artistico\pratico in quanto si basa sull’educazione estetica, sensoriale e al canto, unite ad attività pratiche come il giardinaggio, igiene personale e altro.
Il percorso educativo delle sorelle Agazzi prevede anche l’educazione al sentimento, per eliminare l’aggressività nei bambini tramite l’educazione fisica e l’istruzione intellettuale.
Non è detto che un metodo sia più efficace di un altro, quindi sta al pedagogista valutare quale sia il migliore per un determinato contesto.
La pedagogia d’altronde mira proprio a sviluppare il potenziale umano dal punto di vista cognitivo e creativo, sia nei bambini, sia negli adulti. Il termine pedagogia deriva dal greco “pais” (bambino) e “agon” (guidare), ed in effetti il pedagogo era proprio lo schiavo che nell’antica Grecia si occupava dell’educazione dei fanciulli di 7 anni.
Sebbene sia spesso associata all’educazione dei bambini, la pedagogia in realtà si può applicare anche ad altre fasce di età e contesti, ad esempio il pedagogista può intervenire per facilitare la comunicazione tra genitori e insegnanti. Allo stesso modo, il pedagogista può operare in un contesto giudiziario, ambientale, sportivo, motorio e culturale.
Il pedagogista deve avere una mente elastica, per affrontare sempre situazioni diverse e acquisire conoscenze nuove, tenendosi sempre aggiornato sui processi educativi. Il pedagogista può lavorare come dipendente presso scuole, enti locali, università, aziende e imprese, oppure come libero professionista in studi pubblici o privati.
Per esercitare la professione di pedagogista è necessario conseguire una laurea magistrale in Scienze dell’educazione e della formazione. La sola laurea triennale abilita al lavoro come educatore professionale. Tra le discipline oggetto di studio ci sono storia della pedagogia, pedagogia generale e sociale, storia della filosofia e psicologia generale.
È possibile ottenere la laurea triennale e la magistrale sia frequentando università tradizionali, sia quelle telematiche. Dopo la laurea, il pedagogista può seguire diverse specializzazioni per diventare pedagogista clinico, infantile o giuridico. Per specializzarsi è possibile seguire un Master Euroinnova.
Una delle nuove sfide per pedagogisti, genitori e insegnanti consiste nell’educare i più piccoli all’uso dei dispositivi portatili e al PC. Bisogna pensare che la generazione dei nativi digitali, entra immediatamente a contatto con la tecnologia che da una parte si rivela utile per l’apprendimento, dall’altra invece può portare i bambini ad alienarsi ed evitare la socializzazione.
Alcuni genitori vietano l’uso dei dispositivi ai loro bambini, proprio per paura che la tecnologia possa influire negativamente sulla loro crescita. Questo estremismo però può risultare controproducente, infatti recenti studi pedagogici hanno mostrato che dispositivi come tablet e smartphone favoriscono l’apprendimento dei bambini, in quanto l’interazione con lo schermo diventa uno stimolo cognitivo.
Gli esperti ritengono che non sia l’utilizzo stesso il problema, quanto più la tipologia dei contenuti visualizzati. Per questo ci vuole un controllo ferreo da parte dei genitori, per impedire ai bambini di vedere contenuti potenzialmente dannosi. Allo stesso modo, bisogna monitorare le abitudini dei bambini e degli adolescenti, in modo da vedere se hanno sviluppato una dipendenza dai device.
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Il nostro portfolio è composto da corsi online, corsi accreditati, corsi che possono essere utilizzati nei concorsi e corsi post-laurea e master.
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