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Gli antibiotici sono farmaci specifici utilizzati per contrastare e curare le infezioni causate da batteri. Nello specifico, gli antibiotici sono sostanze in grado di agire contro i batteri gram positivi o gram negativi, ovvero due tipologie di batteri che seguono la colorazione di Gram, un esame di laboratorio messo a punto nel 1884 proprio per distingue le due categorie di batteri.
Come altri farmaci, gli antibiotici si possono assumere per via orale, endovenosa o applicati localmente attraverso pomate o lozioni. L’azione di un antibiotico varia a seconda della sua tipologia, sebbene in generale tutti gli antibiotici annientano o inibiscono i processi vitali dei batteri, come ad esempio la sintesi proteica e la riproduzione cellulare, cause principali della diffusione dell’infezione.
Per quanto riguarda le terapie antibiotiche, queste dipendono dal tipo di infezione e dalla sua gravità, inoltre possono variare da paziente a paziente. In generale, l’antibiotico viene prescritto dal medico dopo una visita, infatti questi farmaci si possono acquistare in farmacia presentando la ricetta medica.
Solitamente, gli antibiotici possono essere assunti per diversi giorni o per settimane, in modo da eliminare i batteri. La terapia però non deve avere una durata troppo lunga, in quanto può rendere i batteri resistenti all’azione degli antibiotici.
Di conseguenza, il paziente non dovrà mai assumere antibiotici per una durata della terapia superiore a quella prescritta dal medico. I batteri che sviluppano una resistenza agli antibiotici diventano più difficili da combattere, quindi potrebbero richiedere trattamenti con altri farmaci o con terapie più invasive.
In generale quindi, è sempre consigliato fare un uso responsabile degli antibiotici, consultando sempre il medico prima di assumerli. Allo stesso modo, gli antibiotici non devono essere presi per curare malattie come febbre, raffreddore o influenza che invece si possono contrastare con farmaci specifici.
Quando si parla di antibiotici, occorre fare una distinzione tra le diverse classi, ognuna delle quali viene utilizzata per curare una specifica infezione.
Tra gli antibiotici più comuni troviamo le penicilline usate per la maggior parte delle infezioni non gravi. Queste sono in grado di interferire con la sintesi della parete cellulare batterica e causarne la morte, eliminando così l’infezione. La penicillina G e la penicillina V sono le tipologie più conosciute di questa classe. Per le infezioni più gravi si utilizzano le cefalosporine, antibiotici molto simili alle penicilline, ma che si rivelano più efficaci.
Per combattere le infezioni respiratorie come la polmonite, vengono prescritti gli antibiotici della classe dei macrolidi come l’azitromicina, mentre per le infezioni del tratto urinario e della pelle si preferiscono i fluorochinoloni.
Altre classi di antibiotici come i glicopeptidi e le tetracicline vengono utilizzate per infezioni causate da batteri particolari, specialmente quando resistenti ad antibiotici di altre classi.
Per approfondire la conoscenza sulle classi di antibiotici, molti medici specialisti e farmacisti, seguono dei master specifici, come quelli proposti da Euroinnova.
Come ogni farmaco, anche gli antibiotici possono causare degli effetti collaterali. Questi si possono verificare in maniera lieve, grave o anche non verificarsi. Quando gli effetti collaterali sono di grave entità, occorre subito avvisare il proprio medico che potrà decidere se cambiare antibiotico per combattere l’infezione batterica.
Gli effetti collaterali più comuni causati dagli antibiotici sono i disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea. In generale, si tratta di effetti collaterali passeggeri che passano subito dopo la fine del trattamento. Allo stesso modo, tra gli effetti meno gravi, troviamo reazioni cutanee che scompaiono autonomamente o che si possono trattare con pomate specifiche. Le allergie agli antibiotici vanno solitamente comunicate al medico.
Tra gli effetti collaterali più gravi troviamo le difficoltà respiratorie e i danni al fegato. Gli antibiotici infatti possono causare ittero (ingiallimento degli occhi e della pelle), affaticamento e dolore addominale. Inoltre, alcune classi di antibiotici possono anche influire sul sistema nervoso, causando insonnia, confusione, convulsioni e vertigini. Questi effetti collaterali sono comunque molto rari, ma quando si manifestano, le persone devono immediatamente contattare il medico.
L’invenzione degli antibiotici viene attribuita al ricercatore e medico scozzese Alexander Fleming. Nel 1928, Fleming effettuò diversi esperimenti sulla crescita dei batteri patogeni, notando che gli stafilococchi venivano annientati dalla muffa Penicillium notatum, cresciuta nella loro coltura. Proprio questa scoperta, portò alla scoperta della penicillina, il primo antibiotico usato per la cura delle infezioni batteriche.
Nonostante la scoperta avvenne nel 1928, Fleming pubblicò i risultati solo l’anno dopo, permettendo ad altri ricercatori come Howard Florey e Ernst Chain di creare effettivamente la pennicilina come medicinale. Fleming ricevette il Premio Nobel per la medicina, insieme a Florey e Chain. Dalla penicillina sono stati sviluppati gli antibiotici delle altri classe che abbiamo citato nell’articolo.
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